"La Liguria è la patria delle paste essiccate: la produzione locale è attestata già nel 1244.
Fu a Genova che nel 1574 si costituì la prima Corporazione dei Pastai con un proprio statuto (Capitoli dell’arte dei Fidelari).
Nella città dorica si aprì nel 1740 la prima fabbrica di “pasta fine”, mentre nel 1794 iniziò ad operare il più antico pastificio italiano, con metodi di produzione quasi del tutto simili a quelli odierni.
La supremazia della Liguria durò per tutto l’Ottocento, ma ancora fino alla metà del secolo scorso era comune parlare di “pasta all’uso di Genova”.
Nella pasta secca spiccano: “fidelini” (spaghetti sottilissimi), “bavette” (spaghetti schiacciati), e “trenette” (pasta lunga a sezione quadrata).
Nella pasta fresca ricordiamo: i “bottolli” (grossi taglierini di farina di castagne), “bricchetti” (bastoncini grossi e corti adatti per minestroni), “corzetti” (dischetti realizzati in passato da ogni famiglia con un proprio stampo, e legati probabilmente alla moneta della repubblica genovese), “ravioli” (forma quadrata), “taglierini” (lunghi a sezione quadrata), “trofie” o troffie (gnocchetti lunghi dalla forma affusolata, uno dei formati più significativi della tradizione).
Condimenti privilegiati dell’area sono il “pesto” e il corposo ragù genovese, “u toccu” a base di carne di vitello e cervella."
Scopriamo allora qualche variazione interessante.
200 g di farina 0
100 g di farina di ceci
150 g circa di acqua tiepida
sale
per il sugo:
una fetta di tonno fresco un pò spessa
una decina di pomodorini
olio extra vergine
1 spicchio d'aglio
origano
sale
Esecuzione:
Raccogliere in una ciotola le farine, aggiungere il sale e poco per volta l'acqua (potrebbe anche non servire tutta), impastare sino ad ottenere un impasto elastico.
Pellicolare la pasta e farla riposare una mezz'ora. Dividerla in piccoli panetti che conserverete sulla spianatoia coperti per evitare che si secchino. Allungatene uno per volta sul tavolo, ripulito dalla farina, in modo da formare dei cordoncini sottili (come per i gnocchi, ma più sottili).
Tagliate dai cordoncini dei trancetti di 8 mm circa, Con il movimento del palmo della mano assotigliate ogni trancetto facendolo rotolare avanti e indietro sul tavolo e quando sarà sufficientemente sottile, aumentate la pressione della mano e fatela scorrere indietro con un movimento in diagonale finchè la trofia si attorciglia su se stessa a spirale con le estremità appuntite.
Le prime non saranno perfette ma non importa, il piatto sarà ugualmente gustoso.
Disponetele su uno strofinaccio leggermente infarinato o su un vassoio di carta (potete anche farle seccare lasciandole all'aria per qualche ora e, se volete, anche surgelarle).
Per il sugo fate saltare in padella i pomodorini con aglio, abbondante olio, capperi e origano. Alla fine aggiungete il tonno tagliato a cubetti e fatelo cuocere pochissimo. Salate, pepate.
Lessate le trofie e spadellatele con il sugo e un pò d'acqua di cottura.
Nessun commento:
Posta un commento